Globish: cos’è e perché se ne parla

Fenomeno Globish: se ne parla in Italia grazie agli studi dell’italiana Monica Perna.

Parte da Dubai ma è italiano lo studio che fa chiarezza sul fenomeno linguistico globale noto come Globish, “inglese globale” espressione che indica quel particolare idioma che si è diffuso nel mondo, specie tra uomini d’affari ed expat. Dello studio del Globish si occupa l’italiana Monica Perna, English Coach, Ceo a Dubai di Auge International Consulting, un’impresa di Istruzione ed Alta Formazione che alla lingua del futuro su scala globale da 3 anni dedica studi specifici volti ad indagarne i meccanismi e le strutture.

Globish cos'è

Numerosi sono gli articoli di stampa che hanno parlato degli studi della Perna: le recenti interviste su Il Messaggero, Affaritaliani.it, Gli Stati Generali.com, alla radio su RTL, RDS, la rivista specializzata Speak Up e diverse altre testate, hanno approfondito la tematica andando alla scoperta di un fenomeno che è più di una tendenza e che si appresta a cambiare il modo in cui la comunità internazionale english speaking, specialmente quella expat, si approccia alla lingua del business e delle relazioni.

Va detto, per una panoramica completa sulle origini di questo fenomeno globale, che il termine “Globish” è stato coniato nel 1998 dal francese Jean-Paul Nerrière, ingegnere informatico della IBM, autore di un saggio sul tema, il quale fu il primo a notare come nelle conferenze internazionali gli uomini d’affari orientali riuscivano a parlare con clienti coreani e giapponesi e a farsi capire in inglese in maniera molto più facile rispetto a quando la conversazione avveniva con dirigenti americani o inglesi.

La rapida diffusione di questo inglese globale, secondo la Perna, è dovuta, quindi alla maggiore semplicità del linguaggio che conta su un vocabolario di base di 1500 parole per la completa autonomia e per l’esperienzialità dell’apprendimento, ossia il fatto che non vi siano regole da imparare né libri da studiare ma un approccio diretto con la lingua che permette rapidamente a chi la usa di comunicare. Non si tratta, infatti, di una lingua formalmente costruita, ma piuttosto di un dialetto organico che si adatta costantemente, emergendo esclusivamente dall’uso pratico.

“L’errore che caratterizza la difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere, e dell’inglese in particolare, è nell’approccio didattico ormai anacronistico. – afferma Monica Perna – La nuova frontiera dell’apprendimento linguistico consiste nel sostituire gli ormai obsoleti corsi di lingue con vere e proprie esperienze virtuali che le avanguardie del Metaverso ci permettono oggi di costruire come protocolli immersivi, interattivi ed esperienziali. Questa nuova dimensione metodologica rappresenta il superamento della didattica tradizionale e dimostra la superiore potenzialità di un approccio basato sul principio del Learning by Doing, lo stesso che è alla base dell’enorme diffusione del Globish”.

È per questo che la coach brianzola ha elaborato, specificamente per gli italiani, un metodo di apprendimento, c.d. Metodo AUGE, dalla natura profondamente immersiva, inclusiva ed esperienziale, attraverso il quale la lingua inglese viene insegnata come strumento di personal growth e self-improvement, che usa le tecnologie più avanzate dell’e-learning per potenziare memorizzazione, risultati e skill. Nell’ambito di questo metodo il “contesto didattico” è impostato come una palestra virtuale con tanto di sale, Personal trainer ed attrezzi, un ambiente di puro training creato per sviluppare la conoscenza dell’inglese così come si allena un fisico tonico, allenato e forte. Il programma si chiama SKILL Gym ed è l’ultima novità presentata dalla Perna ad un pubblico dalla di oltre 13.400 studenti e più di 950.000 partecipanti ai suoi seminari negli ultimi 36 mesi. La Coach, che ha sempre ritenuto il gap degli italiani nella conoscenza dell’inglese un problema di metodo e non di inferiorità cognitiva o strutturale degli studenti, lo definisce la combinazione perfetta per allenare l’inglese con la stessa disciplina e costanza che caratterizzano un atleta. Sulla falsariga di questo modello, SKILL Gym si concentra sull’allenamento delle 6 fondamentali skill linguistiche (memoria, ascolto, parlato, lettura, scrittura e traduzione). Abilità che servono per padroneggiare la lingua inglese a 360° in un contesto che riproduce l’ambiente dell’allenamento con tutte le spinte positive e motivazionali che lo caratterizzano. “All’interno di SKILL Gym – spiega Monica Perna – gli studenti avranno la possibilità di allenare il proprio inglese attraverso strumenti in linea con il proprio livello di padronanza linguistica, sotto la costante presenza di Esperti che fungeranno da Personal Trainer, e seguendo una scheda di allenamento personalizzata che tenga conto del tempo a disposizione dello studente stesso. Come una vera palestra, SKILL Gym prevederà al suo interno 3 spazi: un’area dedicata all’allenamento autonomo, un’area di allenamento di gruppo ed un’area più ludica, dover poter sempre allenare il proprio inglese, ma con leggerezza”.

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